Piccole cose che scaldano il cuore:
lunedì 31 ottobre 2011
I LOVE MY FAMILY!
Piccole cose che scaldano il cuore:
venerdì 28 ottobre 2011
THIAR- RIUNENDO UNA FAMIGLIA
domenica 16 ottobre 2011
AGGIORNAMENTO
sabato 8 ottobre 2011
BIDUR E HARI, DASHAIN 2001
giovedì 6 ottobre 2011
UN REGALO INASPETTATO
A malincuore, da anni, non credo più a Babbo Natale e con lui se n’è andata la magia del Natale. Ora però credo nella dea Durga e nella magia della sua festa, Dashain.
Sarà una coincidenza ma era Dashain 2009 quando, alla ricerca della madre dei due ragazzini, si è accesa in me la lampadina che ha fatto poi partire Human Traction. Vi ho raccontato del progetto “riunione familiare per le vacanze” nella Pagina dedicata a Bidur e Hari, Radici.(In alto a sinistra del blog). Lì, tra pochi giorni, troverete la storia di come sta andando la vacanza. Qui quello che è successo per arrivarci.
Era già da un po’ che volevo contattare la mamma per verificare che fosse ancora d’accordo con l’incontro e, logicamente, organizzare un po’ la cosa. Quello di logica è un concetto inesistente in Nepal o se c’e, io non la vedo!
I fratelli vivono in una scuola con ostello annesso, largamente sponsorizzata dall’Ong Cwin, la quale detiene la custodia legale dei due bambini. Secondo l’accordo preso in precedenza, il direttore della scuola avrebbe portato I bambini alla casa/ufficio di Cwin chiamata “help line”. Da lì avrei accompagnato i bimbi a casa dalla mamma. Insomma non sembrava una cosa troppo difficile…non sembrava, but Nepal is very difficult my friend! Ho contattato il responsabile di Cwin per ricordargli dell’ accordo e chiedergli il numero della madre. Mi ha detto: “sarà dopo il 3 ottobre perche hanno gli esami, ti manderò una mail per farti sapere la data e il numero della madre”.
Ero fuori Kathmandu, un giorno per fortuna controllando la posta, scopro che Cwin ha fissato l’incontro per il 2 mattina, senza ovviamente darmi il numero della mamma. Mannaggia alla mannaggia! Lo chiamo e lui, con tutta la calma Nepalese, mi dice: “non preoccuparti per il numero, vai a prendere la mamma la mattina presto, la porti a Kathmandu, prendete i bambini e ve ne andate. Cosa? Come? Logica? No. Perché non mi ha detto subito che dovevo presentarmi con Shakty, la madre? Vive su una curva di una stradina di campagna ad indefinite ore da Kathmandu, secondo il mezzo di trasporto, insomma non è dietro l’angolo. Ma sopratutto, questo non si rende conto che piombare a casa di una donna che non passa del tempo con i suoi figli da 5 anni e dirle: “pronti-via, andiamo a prendere i tuoi bambini” non è esattamente un’idea brillante. Cazzo un attimo di preavviso, un po’ di tatto, un po’ di logica. No. Cosi, ho speso 30 euro di taxi delle vostre donazioni, per andare a prendere Shakty. Considerata la disorganizzazione e al contempo la delicatezza della cosa, nel viaggio non ho fatto altro che pregare che andasse tutto bene. Quasi svengo al sentirmi tradurre da Charlie le parole del cugino o parente che fosse: Shakty non c’e’, era un po’ malata ed è tornata al villaggio d’origine per il Dashain. Oh my God, erano le nove di mattina, a quel punto accettare di buon grado il bicchierone di raxi (specie di wishkehy Nepalese) e coca offerto dal sorridente parente, mi è sembrata la cosa migliore da fare. Finalmente Charlie è riuscito a chiamare Shakty che, felicissima, ha detto che sarebbe tornata entro qualche giorno permettendomi, nel frattempo, di ospitare i bambini. Vagamente ubriaca sulla via di ritorno per l’appuntamento con Cwin, di nuovo, non ho fatto altro che pregare che andasse tutto bene.
Infatti, all’inizio il tipo era riluttante ad affidarmi i bambini perché “ci sono delle regole, e senza madre presente non posso darteli, stanno qui all’ help line fino a che lei non torna o fino a quando non riapre la scuola. Gli ho fatto notare che se mi avesse dato il numero di Shakty a tempo debito, ora non avremmo avuto questo problema, che comunque ero riuscita a parlarle e che era d’accordo (ovviamente a quel punto ho provato a chiamarla ma il suo telefono non prendeva più). Ricordandogli tutte le cose che ho fatto per I due fratellini e quanto sia affezionata a loro, alla fine anche lui ha capito che sarebbero stati meglio con me che all’help line, abitata al momento solo da altri due bambini abbioccati davanti alla TV.
Così, ringraziando la dea Durga e la sua festa, sono tornata a casa con le mie due scimmiette preferite, incredula e felicissima di poter passare qualche giorno con loro.
Vado a giocare, a presto.
sabato 24 settembre 2011
Allora continuo
venerdì 26 agosto 2011
HABEMUS VISA
giovedì 28 luglio 2011
GRAZIE
Ciao amici,
venerdì 22 luglio 2011
AGGIORNAMENTO
lunedì 11 luglio 2011
Vivere con le scimmie
Vivere a Swayambunath ha decisamente i suoi vantaggi:, dominata dalla collina del monkey temple è un’oasi verde di relativa tranquillità; la zona è abitata principalmente da buddisti ed esuli tibetani. La sera e la mattina si sentono i canti dei bimbi monaci del vicino tempio/scuola e durante il giorno è un via vai di fedeli e monaci nelle tipiche tuniche bordeaux. Bandierine colorate e profumo d’incenso ovunque, pittoresco, come le scimmie che saltano sui tetti…
E’ strano convivere con questi animali, ci metti un po’ ad abituarti all’idea di vederle in giardino o attaccate ai fili della corrente davanti a casa e devi sempre ricordare di chiudere la porta altrimenti te le ritrovi in cucina in un secondo. Con le loro manine rompono e rubano i sacchetti della spesa delle signore per strada e non ti azzardare a guardarle negli occhi perché lo interpretano come un segnale di sfida e ti potrebbero attaccare, insomma un bel cazzo di lavoro vivere con le scimmie! Soprattutto quando ne trovi una morta nel tank. Piccola spiegazione tecnica: a causa della scellerata crescita della città e del relativo inquinamento, la faglia acquifera di Kathmandu è inquinatissima. L’acqua potabile si compra in galloni da 19 litri mentre l’acqua che sgorga dai rubinetti per lavarsi e pulire si compra a camionate. Viene un omino con un’autoclave e versa 6000 litri nella cisterna di cemento in giardino. L’acqua viene poi pompata nel tank sul tetto e da lì nelle tubature di casa. Il tank è provvisto di tappo ma le scimmie sanno toglierlo e sanno che lì c’è acqua. Una poverina (lei o io?) ci è finita dentro ed è annegata. Ovviamente abbiamo dovuto buttare i 500 litri d’acqua e la scimmia. Ho passato le successive tre ore a svuotare e disinfettare il tank e la mia mente dalla sensazione di puro schifo. Finito lo sporco lavoro mi sono sentita autorizzata a cazzeggiare un po’ su internet ma no, internet d’un tratto non funzionava più. Torna sul tetto e scopri che una stronzissima scimmia ha giocherellato con i fili, distruggendoli e facendoci entrare acqua…ah ecco perché in casa intorno al modem e ai cavi c’era una pozzangherina…Nepal is very difficult my friend!
giovedì 30 giugno 2011
Lo zen e l'arte della comprensione del "Nepali Way"
Il Nepal rilascia un visto turistico per un massimo di 5 mesi all'anno, se vuoi stare di più devi ottenere un worker o study o business visa.
E qui comincia l'avventura:
Se lavori nella cooperazione internazionale la tua ong deve semplicemente investire 100.000$ e ti danno il business visa, il che non è realmente un'opzione almeno che non lavori per Unicef o Save the children.
Puoi richiedere un worker visa e, grazie gente che conosce gente, dopo un mese circa e 1000 euro risulti lavorare in una impresa edile o in un centro riparazione computer! Mhhh, grazie al fatto che il Paese è un casino, non esiste un controllo post-rilascio, ma potrebbe avvenire in futuro.
Allora ho pensato allo study visa.
Ha a che fare con l'educazione e la cultura in generale, serve per studiare o insegnare.
Devi dimostrare di frequentare un corso di nepalese di insegnare presso qualche scuola e devi ASSOLUTAMENTE ottenere la "no objection letter" dal tuo consolato, ovviamente dietro pagamento.
Ho vagato in Durbar Marg per mezz'ora sotto la pioggia alla ricerca del benedetto consolato, ubicato in un orribile palazzone grigio e marrone. La scazzatissima consolessa nepalese mi ha liquidato in un secondo dicendomi che dal 2008 non rilasciano più "no objection letter". Ho provato a fare una timida domanda e lei, puntando lo sguardo alla porta mi ha congedato con un sorriso di pietra.
Guardo le bandierine colorate svolazzare al vento e organizzo gli incontri per la prossima settimana.
Om Shanti Om!
domenica 26 giugno 2011
Il sud
domenica 19 giugno 2011
La seconda volta non si scorda mai.
venerdì 10 giugno 2011
LET'S START
questo è il blog con il quale vi terrò aggiornati sulla nuova avventura nepalese targata HUMAN TRACTION.